Sinistra Civica Ecologista sulle Elezioni europee e comunali del 2024
Sinistra Civica Ecologista sulle Elezioni europee e comunali del 2024
Relazione di Monica Barni all’Assemblea Regionale del 28 giugno 2024
I risultati delle elezioni europee e comunali devono essere valutati con grande equilibrio e razionalità, rifuggendo da analisi approssimative o consolatorie. Solo così è possibile trarre dall’esito delle elezioni indicazioni utili per il futuro. Sarà importante approfondire in tutte le direzioni i dati politici, sociali e territoriali dei risultati elettorali. È possibile partire però da alcuni elementi riassuntivi.
La destra, nonostante la crescita percentuale di voti (che dal 43,78% delle politiche del 2022 arriva al 47,33% delle europee del 2024), viene finalmente contrastata e fermata dalle forze progressiste che, sia a livello europeo sia a livello locale, ottengono importanti risultati. Complessivamente, le forze di destra perdono rispetto al 2022 oltre 1,2 milioni di voti assoluti.
Alle europee il PD cresce in voti assoluti (+289.454) e in percentuale (+5,07%), e ancor di più cresce AVS (+563.077, +3,14%). Nonostante il pesante arretramento del M5S (-2milioni di voti, -5,45%), la somma dei voti di PD AVS e M5S arriva al 40,87%, costituendo potenzialmente il nucleo decisivo (le prime tre forze) della base politica ed elettorale necessaria a costruire l’alternativa alla destra. Le forze moderate (Azione +Europa e Italia Viva) registrano un evidente complessivo arretramento rispetto alle elezioni politiche: esse, anche per le divisioni che le attraversano, non possono sostituire nessuna delle forze del nucleo essenziale di una possibile alleanza, e tuttavia il coinvolgimento dell’elettorato moderato costituisce un elemento indispensabile per l’alternativa.
I risultati delle elezioni comunali vanno complessivamente nella stessa direzione. La destra si conferma assai forte, in alcuni casi anche strappando amministrazioni alla sinistra e ai progressisti - ma le aggregazioni di sinistra e progressiste – a volte costituite sul nucleo essenziale PD AVS M5S - contendono efficacemente il campo e raggiungono anche successi importantissimi, complessivamente superiori a quelli della destra. Spiccano tra questi risultati positivi quelli conseguiti nei sei capoluoghi di regione: Bari, Campobasso, Firenze, Cagliari, Perugia e Potenza, gli ultimi tre strappati alla destra.
I risultati elettorali della Toscana confermano in parte queste tendenze, e – come si dirà – spingono a promuovere una svolta nella qualità della proposta programmatica e politica e a costruire un progetto nuovo di valore anche nazionale.
In Toscana le elezioni europee segnano, per la destra, una diminuzione complessiva in voti (-64.014 voti rispetto al 2022) e un incremento in percentuale (+1,35%). La destra si attesta in Toscana al 39,93%.
In Toscana, alle europee il PD arriva al 31,9%, crescendo in voti assoluti (+37.075) e in percentuale (+5,77%), registrando così un incremento superiore a quello ottenuto a livello nazionale; anche AVS va molto bene in Toscana, arriva al 7,55% e cresce (+28.917 voti, +2,44%) seppure in misura minore rispetto al dato nazionale. L’arretramento in Toscana del M5S (-73.217 voti, -2,92%) è inferiore a quello registrato a livello nazionale, il M5S è comunque attestato a un importante 8,22%. La somma dei voti di PD AVS e M5S arriva in Toscana al 47,67%, crescendo del 4,78%. Da sola AVS supera di gran lunga sia la lista Stati Uniti d’Europa (4,80%) sia la lista Azione-Siamo europei (2,80%). Anche in Toscana le forze moderate (Azione +Europa e Italia Viva) registrano un evidente complessivo arretramento rispetto alle elezioni politiche, perdendo 105.152 voti e il 4,7%, e attestandosi tutte insieme al 7,60%. Sulla base di questi elementi, è evidente che il PD, pur notevolmente rafforzato, non può prescindere dalla costruzione di importanti e innovative alleanze per affrontare bene le elezioni regionali del 2025: poiché la sola alleanza tra PD e una delle altre forze richiamate non è sufficiente a superare la destra, occorre definire un progetto che comprenda certamente PD AVS e il M5S e, possibilmente, anche parte o tutte le componenti “moderate” (come si è detto, insieme SUdE, Azione, + Eu raggiungono il 7,60%). Né si deve rinunciare a coinvolgere altre forze che alle europee si sono collocate a sinistra (Pace Terra Dignità ha ottenuto in Toscana 49.596 voti pari al 3%). L’obiettivo non può essere quello di prendere un voto in più della destra, che peraltro nessuno è in grado di garantire partendo dai voti ottenuti da singole forze spesso distanti tra loro, ma di costruire una proposta politica nuova, in grado di suscitare una grande partecipazione popolare al voto, invertendo decisamente la tendenza alla crescita dell’astensionismo, e di ottenere più del 50% del voto dei toscani.
Nei 34 comuni con più di 15.000 abitanti, le coalizioni di centro sinistra cui partecipa il PD, che nel 2019 avevano vinto in 31 di questi comuni, si affermano in 25 (24 già di centro sinistra compresi Prato, Livorno e Firenze, più il comune di Montecatini strappato alla destra), cedono due amministrazioni alla destra (Follonica e Ponsacco, che si aggiungono alle altre tre che restano a destra), cedono un comune a coalizioni di liste civiche (Colle di Val d’Elsa), cedono infine tre comuni a coalizioni di sinistra (Calenzano) o di sinistra-M5S (Borgo San Lorenzo, Rosignano Marittimo). In questi tre comuni, in particolare, il PD dalle europee alle comunali subisce una forte riduzione di voti in assoluto e in percentuale: a Calenzano -14%, a Borgo San Lorenzo -12%, a Rosignano Marittimo -7,8%, segno che il dato europeo non è affatto consolidato e che la proposta politica locale è comunque valutata dall’elettorato di sinistra con molta severità.
Nei 25 comuni in cui vincono le coalizioni di centro sinistra cui partecipa il PD, la composizione di queste coalizioni è molto varia. Ne sono esempio i tre comuni principali: a Firenze la coalizione comprende AVS e Azione, ma non IV e M5S; a Livorno la coalizione comprende AVS, + Europa e IV, ma non M5S; a Prato la coalizione comprende AVS-SCE, M5S e +Europa, ma non Azione e IV.
Questo quadro non omogeneo fa capire che manca ancora in Toscana un progetto politico nuovo. La Toscana è sospesa tra la continuità con le esperienze politiche fin qui realizzate e la ricerca di importanti cambiamenti, che possano sostenere la costruzione dell’alleanza progressista che nel 2025 avrà non solo il compito di battere la destra ma di collocare la Toscana tra le realtà più avanzate d’Italia.
La costruzione del nuovo progetto politico per la Toscana incrocerà nel 2025 temi e battaglie politiche di grande spessore nazionale e regionale, che saranno combattute nei territori e nei luoghi di lavoro e di studio: sanità pubblica, bilancio dello stato e distribuzione degli oneri che graveranno sui cittadini, e poi premierato, e soprattutto referendum sull’autonomia differenziata e sul lavoro. Non è pensabile costruire un nuovo progetto politico per la Toscana lontano da questi temi e a prescindere dal fatto che alcune forze progressiste condurranno queste battaglie insieme, con linguaggi e proposte comuni. Allo stesso modo, non è credibile che il nuovo progetto politico abbia il segno decisivo di forze e personalità che – per scelta politica o per vocazione culturale - non saranno in grado di svolgere un ruolo importante in queste battaglie.
Il nostro appello va perciò al Partito Democratico, all’Alleanza Verdi Sinistra, al Movimento 5 Stelle e a tutte le forze progressiste, di sinistra e ambientaliste della Toscana perché aprano al più presto una discussione approfondita, onesta, inclusiva, con spirito unitario e propositivo, e trovino anzitutto un accordo sul metodo, con il quale far crescere il dialogo tra di loro e con le altre forze democratiche e chiamare alla partecipazione le organizzazioni sociali, il terzo settore, il mondo della cultura. Nessuno deve essere escluso, tutti devono dare il loro contributo alla costruzione del nuovo progetto per la Toscana. Per noi, che crediamo nel valore della democrazia e nella responsabilità delle forze politiche, è necessario che dell’avvio di questo processo si facciano carico i partiti come soggetti collettivi, rifuggendo da ogni personalismo.
È vero, chiediamo di fare una svolta, per vincere le elezioni regionali con programmi ambiziosi di cambiamento sociale. Vogliamo superare la politica del giorno dopo giorno che fatica a programmare e a proiettare azioni nel futuro. Vogliamo superare la politica che parla solo con i portatori di interessi consolidati e trascura i più deboli e non riesce a farsi carico della diffusa sofferenza sociale. Vogliamo preoccuparci meno della politica che si accontenta dell’esercizio del potere e più della politica che si batte per il cambiamento e promuove competenze e nuove soggettività. Non chiediamo abiure, non chiediamo a nessuno di rinunciare alla propria esperienza e nemmeno ai propri limiti. Chiediamo una svolta politica, e sappiamo che la Toscana è in grado di farla.
Firenze, 28 giugno 2024