Sull’alleanza progressista da costruire in vista delle elezioni regionali
Sull’alleanza progressista da costruire in vista delle elezioni regionali
Dichiarazione di Monica Barni e Daniela Lastri, presidente e vicepresidente di SCE, del 28 settembre 2024
Condividiamo quanto detto in questi giorni da Nicola Fratoianni e Dario Danti sul modo migliore per affrontare la discussione sulle elezioni regionali del 2025. Anche per noi occorre che le forze progressiste definiscano insieme un nuovo progetto, un avanzato programma di cambiamento sociale, un metodo unitario e partecipativo per la scelta della candidata o del candidato alla carica di presidente.
Bisogna fare una svolta, che faccia anche della Toscana una punta avanzata della costruzione dell’alternativa in Italia.
La nuova alleanza, di cui dovranno essere certamente protagonisti, insieme al PD, il M5S e AVS, e alla cui costruzione Sinistra Civica Ecologista intende contribuire, dovrà discutere di tutto, con spirito innovativo e rispetto reciproco, e dunque al momento giusto anche della candidata o del candidato.
Però è bene darsi subito un metodo per arrivare all’indicazione della o delle personalità che possono raccogliere il consenso di tutti. È evidente che se saranno più di una la coalizione dovrà organizzare le primarie, definendone le regole. Se si parte con il piede giusto, se non si fanno inutili forzature, si eviterà di avvitare il dibattito della coalizione sulla candidata o sul candidato che verrà, si entrerà nel merito delle tante questioni programmatiche aperte, si costruirà un percorso partecipato e condiviso. E si potranno vincere le elezioni con una grande partecipazione al voto.
Ci auguriamo che tutti sentano la nostra stessa necessità di costruire un’esperienza veramente nuova, dopo anni dominati dall’emergenza e attraversati dalla divisione del campo progressista. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: vogliamo superare la politica del giorno dopo giorno che fatica a programmare e a proiettare azioni nel futuro, vogliamo una politica che si occupa dei più deboli e si fa carico della diffusa sofferenza sociale, si batte per il cambiamento e promuove competenze e nuove soggettività. Per noi sono centrali i temi della sanità e dei servizi sociali, dell’ambiente e delle infrastrutture, dell’istruzione e del lavoro, della partecipazione e del rinnovamento delle istituzioni.
In questo quadro di rinnovamento politico e programmatico, chiederemo alle altre forze progressiste che siano pronunciate anche parole chiare su temi che sono emersi più volte nella discussione di questi mesi, con risvolti non sempre rassicuranti.
Citiamo qui solo alcune delle questioni aperte che riguardano tutti i cittadini della Toscana.
Occorre rafforzare l’impegno della Regione nella difesa della sanità pubblica; il presupposto di questo impegno è che tutte le risorse aggiuntive ottenute grazie all’incremento dell’addizionale Irpef sui redditi più alti siano confermate per gli anni a venire e destinate esclusivamente alla sanità e ai servizi territoriali sociosanitari.
La gestione pubblica dell’acqua e del servizio idrico deve essere uno degli obiettivi prioritari della prossima legislatura: l’avevamo chiesto nel 2020, l’aveva detto anche il programma elettorale del centro sinistra. Tra tutte le forze progressiste si è fatta strada finalmente l’idea che alla gestione pubblica dell’acqua non si può rinunciare, e che la quotazione in borsa della multiutility dei servizi pubblici locali non è una strada accettabile. Questa idea va consolidata e attuata in modo coerente, come approdo finale della posizione della Regione in materia.
Siamo contro ogni forma di regionalismo separatista, e ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che la cosiddetta autonomia differenziata produce solo questo sbocco separatista: da qui la necessità che la Regione Toscana rafforzi la linea assunta con la promozione del referendum contro la legge Calderoli, escludendo ogni iniziativa che porti acqua al mulino del separatismo, compresa la gestione per conto proprio della geotermia o dei beni culturali.
Non si costruisce una Toscana produttiva, sociale, culturale, se si punta sull’overtourism o se ne asseconda la diffusione: occorre dunque al più presto che la Regione superi politiche e interventi che ancora oggi vanno in quella direzione.
Ora è necessario che tutte le forze progressiste si aprano al dialogo e costruiscano un tavolo di confronto che permetta di fare scelte unitarie non solo per battere la destra, ma soprattutto per costruire la Toscana del futuro.