Le proposte di SCE per la formazione del programma della coalizione progressista e democratica per le prossime elezioni regionali
Le proposte di SCE per la formazione del programma della coalizione progressista e democratica per le prossime elezioni regionali
Il documento di Sinistra Civica Ecologista del 22 luglio 2025
Elezioni regionali: non smettiamo di batterci per il cambiamento. Le questioni politiche e programmatiche fondamentali
1. Sinistra Civica Ecologista mette l’accento sulla necessità di un programma avanzato e di una nuova coalizione di cui siano protagonisti, insieme al PD, sia AVS sia il M5S.
2. Sinistra Civica Ecologista avrà modo di portare il suo contributo politico e programmatico sui temi ritenuti più importanti, in particolare su quelli indicati nei cinque documenti programmatici inviati a PD, M5S, Sinistra Italiana, Europa Verde, i cui contenuti vengono qui integralmente confermati.
3. Sia chiaro: il programma della coalizione non può essere un esercizio di stile, una cosa da scrivere solo per mettere insieme per qualche settimana sensibilità diverse, lasciando poi alla persona candidata a presidente il compito di fare le scelte vere, quelle che contano nella vita dei cittadini, nella realtà sociale e produttiva, nei rapporti con lo Stato e con gli enti locali. Abbiamo già vissuto nel 2020 un’esperienza negativa, di scissione tra ciò che fu detto e sottoscritto e ciò che poi è stato fatto, e non vogliamo ripeterla. Ricordiamo, ad esempio, che il programma della coalizione di centro sinistra conteneva l’obiettivo della ripubblicizzazione del servizio idrico e lo stesso obiettivo era parte nell’accordo sottoscritto dal candidato presidente con 2020aSinistra (poi in fase elettorale divenuta SCE).
Perciò, il programma della persona che sarà candidata alla carica di presidente della giunta regionale deve essere esattamente quello definito dalla coalizione.
Inoltre, a fronte delle gravi anomalie del sistema istituzionale regionale, che ha in sé tutti i difetti del “premierato” voluto dalla destra e giustamente contestato dai progressisti a livello nazionale, esiste il problema politico del rispetto del programma della coalizione, della garanzia del buon funzionamento della giunta regionale, del superamento di ogni assurda concentrazione di potere nelle mani del presidente, di costruzione di sedi di informazione, condivisione e verifica delle principali scelte politiche da parte della coalizione. Esiste, insomma, un tema politico generale, che riguarda la qualità dell’istituzione regionale, della sua legislazione e della sua programmazione, e infine della sua capacità di essere promotrice di partecipazione e di democrazia.
4. Fermo restando l’impegno a intervenire su tutte le questioni affrontate nei cinque documenti programmatici e su quelle che saranno avanzate dalle altre forze politiche, Sinistra Civica Ecologista indica di seguito gli argomenti e le proposte “di base”, che sono la cartina di tornasole di una scelta in favore del cambiamento necessario:
a) il programma dovrà dire parole chiare su come la regione opererà per dare un contributo alla pace in Europa, nel Mediterraneo, nel mondo, parole e opere che corrispondano alle aspettative della grande maggioranza delle toscane e dei toscani. Operare per la pace significa favorire il dialogo e la cooperazione tra i popoli, essere sempre dalla parte della soluzione pacifica dei conflitti e della riduzione degli armamenti, operare concretamente per la difesa dei diritti umani, dare il proprio contributo per salvare la popolazione civile dal genocidio a Gaza e in ogni altra parte del pianeta in cui le popolazioni civili pagano il prezzo delle politiche belliciste dei governi;
b) il programma dovrà indicare come la regione si batterà, in modo non equivoco e coerente, per un nuovo regionalismo, cooperativo e antisecessionista. Un regionalismo che favorisca il superamento delle diseguaglianze sociali e che faccia la sua parte nella tutela dei diritti civili e sociali che la Repubblica deve assicurare. Non bastano generiche enunciazioni, occorre che si affermi l’obiettivo del superamento della cosiddetta autonomia differenziata, mediante l’abrogazione o la totale riscrittura del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione nel senso già indicato dalla proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal Coordinamento per la democrazia costituzionale, e che si scelga di non avviare in ogni caso alcuna richiesta di autonomia differenziata, neppure su beni culturali e geotermia. Infine, se l’autonomia differenziata sarà concessa ad altre Regioni, l’impegno deve essere di impugnare le leggi di devoluzione che non rispettino puntualmente la sentenza della Corte costituzionale n. 192/2024;
c) il programma dovrà scegliere di impegnare la regione a ogni livello – politico, amministrativo, finanziario - per rafforzare il sistema sanitario e sociosanitario regionale pubblico. Nei documenti di SCE sono contenute le principali proposte per la programmazione, l’accessibilità ai servizi, la partecipazione dei cittadini, la nuova sanità territoriale, la prevenzione, la salute mentale. In particolare, fino a quando il servizio sanitario nazionale non sarà adeguatamente finanziato per almeno il 7,5 per cento del prodotto interno lordo, tutte le risorse finanziarie aggiuntive ottenute in Toscana per effetto dell’incremento dell’addizionale Irpef sui redditi più alti dovranno essere confermate e destinate esclusivamente alla sanità, ai servizi territoriali sociosanitari, ai servizi sociali. Tra gli obiettivi da raggiungere nella costruzione o ricostruzione della sanità territoriale, occorre dare specifico risalto ai consultori, come una delle chiavi su cui si misura la qualità del sistema sociosanitario regionale;
d) il programma dovrà dare precise indicazioni per rafforzare le politiche regionali sulla tutela dell’ambiente e sulla transizione energetica, rendendo chiara e irreversibile la scelta per la decarbonizzazione e quindi in favore delle energie rinnovabili, eolico e fotovoltaico in primo luogo; consideriamo necessario che il programma aderisca all’approccio One Health delle Nazioni Unite, un approccio integrato e unificante che mira a bilanciare e ottimizzare in modo sostenibile la salute di persone, animali ed ecosistemi;
e) il programma dovrà impegnare la regione a operare concretamente per la ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico, e affinché la multiutility dei servizi pubblici sia pubblica e non quotata in borsa. Non è più tempo di tollerare posizioni ambigue, parole a cui non seguono i fatti o fatti che smentiscono gli impegni presi: decisioni, legislazione, programmi devono convergere verso questi obiettivi;
f) il programma dovrà mettere tra le priorità politiche della Regione l’obiettivo della dignità, della qualità, della sicurezza del lavoro, della lotta al lavoro povero e alla precarietà. Negli appalti dovranno essere previste tutele sul salario minimo. La Regione Toscana dovrà proseguire sulla linea delle norme approvate a sostegno dei consorzi di sviluppo industriale e darne coerente attuazione per la salvaguardia dei livelli occupazionali di aziende in crisi;
g) il programma dovrà prevedere l’impegno della Regione Toscana a rinnovare le politiche pubbliche in materia turistica, abbandonando quelle che favoriscono l’overtourism, e rafforzando il contrasto alla diffusione dei cd. affitti brevi;
h) il programma dovrà inoltre affrontare:
- il tema della riduzione della cementificazione dei suoli e della corretta pianificazione territoriale. La Regione Toscana aveva affrontato l’argomento nella sua complessità con la legge regionale n.65/2014 Norme per il governo del territorio. Questa legge è stata vissuta spesso come un “limite allo sviluppo” e ha subito in dieci anni ben 543 modifiche nel vano tentativo di depotenziarla. Ma la legge è talmente strutturata e articolata che è ancora oggi uno strumento fondamentale per il governo ambientalmente sostenibile del territorio. La Regione Toscana nella prossima legislatura dovrà invertire questa tendenza distruttiva e implementare con coraggio questa legge per tutelare territorio, ambiente, comunità e le vite delle persone;
- il tema dell’attuazione della legge regionale n.71 del 2020 sul governo collaborativo dei beni comuni e del territorio, che può attivare le comunità locali rendendole protagoniste di un progetto di sviluppo eco e socio compatibile con le risorse del territorio;
- il tema delle infrastrutture che comportano sfruttamento intensivo della risorsa naturale o che sono indifferenti ai valori naturali, e che non possono più essere assunti acriticamente per una malintesa idea lineare e illimitata di sviluppo. È il caso di interventi come la realizzazione della base dei carabinieri all’interno del Parco regionale di Migliarino-S. Rossore, un intervento da mezzo miliardo di euro pubblici su 130 ettari “grazie” al decreto-legge “Infrastrutture” e per realizzare il quale saranno abbattuti ettari di bosco nell’area di San Piero, patrimonio dell’Unesco: un progetto insostenibile ambientalmente, socialmente ed economicamente, dove le eventuali compensazioni promesse non bastano certo a rendere accettabile lo scempio che si farà nel parco.
5. Sinistra Civica Ecologista porrà alla coalizione il tema della nuova pista dell’aeroporto di Firenze (su cui SCE ha sempre manifestato la sua contrarietà), che continua a rappresentare un pesante elemento di differenza tra le forze progressiste, nonostante gli evidenti gravi limiti tecnici dell’intervento rilevati in ogni fase della discussione, chiedendo una svolta in argomento.