Le elezioni europee e comunali del 2024 e l’impegno per la costruzione di un nuovo progetto per la Toscana
Le elezioni europee e comunali del 2024 e l’impegno per la costruzione di un nuovo progetto per la Toscana
Documento di Sinistra Civica Ecologista approvato dall'assemblea il 20 luglio 2024
I risultati delle elezioni europee e comunali del 2024 devono essere valutati rifuggendo da analisi approssimative o consolatorie. Solo così è possibile trarre dall’esito delle elezioni indicazioni utili per il futuro. Sarà importante approfondire in tutte le direzioni i dati politici, sociali e territoriali dei risultati elettorali. È possibile partire però da alcuni elementi riassuntivi, sulla base di quali prospettare il lavoro unitario che le forze progressiste, di sinistra e ambientaliste sono chiamate a realizzare.
La destra, nonostante la crescita percentuale di voti (che dal 43,78% delle politiche del 2022 arriva al 47,33% delle europee del 2024), viene finalmente contrastata dalle forze progressiste che, sia a livello europeo sia a livello locale, ottengono importanti risultati. Alle elezioni europee, le forze di destra perdono rispetto al 2022 oltre 1,2 milioni di voti assoluti.
Alle elezioni europee il PD e AVS ottengono su scala nazionale importanti affermazioni, crescendo in voti assoluti e in percentuale rispetto alle elezioni politiche del 2022. Nonostante il pesante arretramento del M5S, che si attesta al 9,89%, la somma dei voti di PD AVS e M5S arriva al 40,87%, costituendo potenzialmente il nucleo decisivo (le prime tre forze) della base politica ed elettorale necessaria a costruire l’alternativa alla destra. Le forze moderate (Azione +Europa e Italia Viva) registrano un evidente complessivo arretramento rispetto alle elezioni politiche: esse, anche per le divisioni che le attraversano, non possono sostituire nessuna delle forze del nucleo essenziale di una possibile alleanza. Tuttavia, il coinvolgimento dell’elettorato moderato costituisce un elemento necessario per l’alternativa.
I risultati delle elezioni comunali in Italia vanno complessivamente nella stessa direzione. La destra si conferma assai forte, in alcuni casi anche strappando amministrazioni alla sinistra e ai progressisti - ma le aggregazioni di sinistra e progressiste – a volte costituite sul nucleo essenziale PD AVS M5S - contendono efficacemente il campo e raggiungono anche successi importantissimi, complessivamente superiori a quelli della destra. Spiccano tra questi risultati positivi quelli conseguiti nei sei capoluoghi di regione: Bari, Campobasso, Firenze, Cagliari, Perugia e Potenza, gli ultimi tre strappati alla destra.
I risultati elettorali della Toscana confermano in parte queste tendenze, e spingono a promuovere una svolta nella qualità della proposta programmatica e politica e a costruire un progetto nuovo di valore anche nazionale.
In Toscana le elezioni europee segnano, per la destra, una diminuzione complessiva in voti e un incremento in percentuale sulle politiche del 2022. La destra si attesta in Toscana al 39,93%.
In Toscana, alle europee il PD arriva al 31,9%, crescendo in voti assoluti e in percentuale, registrando un incremento superiore a quello ottenuto a livello nazionale; anche AVS va molto bene in Toscana e arriva al 7,55%. L’arretramento in Toscana del M5S è inferiore a quello registrato a livello nazionale; il M5S è comunque attestato a un importante 8,22%. La somma dei voti di PD AVS e M5S arriva in Toscana al 47,67%, crescendo del 4,78%. Da sola AVS supera di gran lunga sia la lista Stati Uniti d’Europa (4,80%) sia la lista Azione-Siamo europei (2,80%). Anche in Toscana le forze moderate (Azione +Europa e Italia Viva) registrano un evidente complessivo arretramento rispetto alle elezioni politiche, attestandosi tutte insieme al 7,60%.
Sulla base di questi elementi, è evidente che in Toscana la destra non può essere battuta da aggregazioni limitate all’alleanza tra il PD e una delle forze richiamate; per affrontare bene le elezioni regionali del 2025, i progressisti devono invece costruire qualcosa di veramente innovativo, per programmi e politiche pubbliche in grado di affrontare i problemi della società toscana e per l’alleanza che li sostiene. È chiaro che il progetto deve comprendere certamente l’alleanza tra PD AVS e il M5S e, possibilmente, parte o tutte le componenti “moderate” (come si è detto, insieme SUdE, Azione, + Eu raggiungono il 7,60%). Né si deve rinunciare a coinvolgere altre forze che alle europee si sono collocate a sinistra (Pace Terra Dignità ha ottenuto in Toscana il 3% dei voti). L’obiettivo non può essere quello minimale di costruire un’aggregazione per prendere un voto in più della destra, magari pensando di poter sommare i voti ottenuti da singole forze alle elezioni europee; occorre invece dare vita a una proposta politica veramente nuova, in grado di suscitare una grande partecipazione popolare al voto, invertendo decisamente la tendenza alla crescita dell’astensionismo, e di far ottenere all’alleanza progressista più del 50% del voto dei toscani.
La necessità di un progetto nuovo per la Toscana è confermata dai risultati delle elezioni comunali.
Nei 34 comuni con più di 15.000 abitanti, le coalizioni di centro sinistra cui partecipa il PD, che nel 2019 avevano vinto in 30 di questi comuni, si affermano in 25 (24 già di centro sinistra compresi Prato, Livorno e Firenze, più il comune di Montecatini strappato alla destra).
La destra non è affatto in difficoltà in Toscana, riprende nel 2024 tre delle quattro amministrazioni da essa governate (Agliana, Cortona, Piombino), ne perde una per 8 voti (Montecatini Terme) e ne strappa due al centro sinistra (Follonica e Ponsacco), confermando il trend positivo che registra ormai da un decennio nei comuni con più di 15.000 abitanti. Inoltre, quattro comuni con più di 15.000 abitati passano dal centro sinistra a coalizioni civiche (Colle di Val d’Elsa) e a coalizioni di sinistra (Calenzano) o di sinistra-M5S (Borgo San Lorenzo, Rosignano Marittimo). In questi ultimi tre comuni, in particolare, il PD dalle europee alle comunali subisce una forte riduzione di voti: a Calenzano -14%, a Borgo San Lorenzo -12%, a Rosignano Marittimo -7,8%, segno che il dato europeo non è affatto consolidato e che la proposta politica locale è comunque valutata dall’elettorato di sinistra con molta severità. Peraltro, almeno nei casi di Calenzano e Borgo San Lorenzo, è evidente la vicinanza programmatica di Sinistra Civica Ecologista alle coalizioni di sinistra che si sono affermate nei due comuni.
Nei 25 comuni in cui vincono le coalizioni di centro sinistra cui partecipa il PD, la composizione di queste coalizioni è molto varia. Ne sono esempio i tre comuni principali: a Firenze la coalizione comprende AVS e Azione, ma non IV e M5S; a Livorno la coalizione comprende AVS, + Europa e IV, ma non M5S; a Prato la coalizione comprende AVS-SCE, M5S e +Europa, ma non Azione e IV.
Questo quadro non omogeneo dice che manca ancora in Toscana un progetto politico nuovo. La Toscana è sospesa tra la continuità con le esperienze politiche fin qui realizzate e la ricerca di importanti cambiamenti. Solo una più forte propensione al cambiamento politico, sociale e ambientale può consentire di costruire un’alleanza progressista, che abbia l’ambizione non solo di battere la destra alle elezioni del 2025 ma anche di collocare la Toscana tra le realtà più avanzate d’Italia.
La costruzione del nuovo progetto politico per la Toscana incrocerà nel 2025 temi e battaglie politiche di grande spessore nazionale e regionale, che saranno combattute nei territori e nei luoghi di lavoro e di studio: sanità pubblica, bilancio dello stato e distribuzione degli oneri che graveranno sui cittadini, e poi premierato, e soprattutto referendum sull’autonomia differenziata e sul lavoro. Non è pensabile costruire un nuovo progetto politico per la Toscana lontano da questi temi e a prescindere dal fatto che alcune forze progressiste condurranno queste battaglie insieme, con linguaggi e proposte comuni. Allo stesso modo, non è credibile che il nuovo progetto politico abbia il segno decisivo di forze e personalità che – per scelta politica o per vocazione culturale - non saranno in grado di svolgere un ruolo importante in queste battaglie.
Il nostro appello va perciò al Partito Democratico, all’Alleanza Verdi Sinistra, al Movimento 5 Stelle e a tutte le forze progressiste, di sinistra e ambientaliste della Toscana perché aprano al più presto una discussione approfondita, onesta, inclusiva, con spirito unitario e propositivo, e trovino anzitutto un accordo sul metodo, con il quale far crescere il dialogo tra di loro e con le altre forze democratiche, chiamare alla partecipazione le organizzazioni sociali, il terzo settore, il mondo della cultura, e definire insieme il progetto, il programma, le modalità per la scelta della candidata/o alla carica di Presidente della Giunta regionale.
Nessuno deve essere escluso, tutti devono dare il loro contributo alla costruzione del nuovo progetto per la Toscana. Per noi, che crediamo nel valore della democrazia e nella responsabilità delle forze politiche, è necessario che dell’avvio di questo processo si facciano carico i partiti come soggetti collettivi, rifuggendo da ogni personalismo.
È vero, chiediamo di fare una svolta, per vincere le elezioni regionali con programmi ambiziosi di cambiamento sociale. Vogliamo superare la politica del giorno dopo giorno che fatica a programmare e a proiettare azioni nel futuro. Vogliamo superare la politica che parla solo con i portatori di interessi consolidati e trascura i più deboli e non riesce a farsi carico della diffusa sofferenza sociale. Vogliamo preoccuparci meno della politica che si accontenta dell’esercizio del potere e più della politica che si batte per il cambiamento e promuove competenze e nuove soggettività. Non chiediamo abiure, non chiediamo a nessuno di rinunciare alla propria esperienza. Chiediamo una svolta politica, e sappiamo che la Toscana è in grado di farla.
Sinistra Civica Ecologista darà il suo contributo a questa svolta, svolgendo un ruolo attivo e propositivo. A partire dal programma che la nuova alleanza dovrà darsi, e dalla centralità che rivestono i temi della sanità e dei servizi sociali, dell’istruzione e del lavoro, dell’ambiente e delle infrastrutture, della partecipazione e del rinnovamento delle istituzioni.