Alleanze progressiste e di sinistra in tutta la Toscana: vincere nei comuni per lanciare la sfida sul governo del Paese

Documento sulle elezioni comunali 2024 | Sinistra Civica Ecologista

Sommario

Un dibattito inadeguato

Il dibattito sulle elezioni comunali del 2024 è ancora largamente segnato, soprattutto in Toscana, dalla sottovalutazione della forza della destra e da eccessi di personalismi ed egoismi nel campo del centro sinistra e delle forze progressiste e moderate. 

L’appuntamento elettorale comunale del 2024 non è affatto secondario, non è secondo nemmeno alle elezioni europee. Si vedrà soprattutto dalle comunali se la destra è riuscita ad ampliare il suo spazio e a conquistare il consenso della maggioranza dei cittadini, radicandosi in nuovi territori; e si vedrà soprattutto dalle comunali se l’opposizione ha la dimensione e lo spessore per proporsi al governo delle regioni e del Paese.

Nessuno deve sfuggire al tema dell’unità

L’importanza delle elezioni comunali impone coerenza di linea politica. Le forze che sentono l’importanza del momento non possono partire con il piede sbagliato, devono puntare dovunque sull’unità. Solo chi sottovaluta il rilievo politico delle elezioni comunali può accettare di partire e vagare “ognuno per sé”, affrontando ogni elezione comunale come fosse una battaglia isolata, disconnessa da una posta in gioco che è invece veramente molto grande e compatta. Oggi i “millefiori” sono il terreno preferito di chi non sente il problema della sfida tra destra e sinistra, e purtroppo sono anche il terreno fertile per le forze che vogliono giocare un po’ in un campo un po’ in un altro, sperando di lucrare posizioni di mezzo.

Il centro sinistra ha il dovere della coerenza politica, non può sfuggire al tema della costruzione di una coalizione ancora più ampia e capace di sfidare la destra. Perciò i suoi passi devono essere sempre e dovunque ispirati al raggiungimento di questo obiettivo. Su scala regionale e locale, questa coalizione fondamentale è fatta anche di altri soggetti, politici e civici; tra di essi c’è sicuramente anche Sinistra Civica Ecologista.

Non è detto che in ogni realtà locale si possa raggiungere l’obiettivo di dare vita a un’ampia coalizione di forze progressiste, di sinistra, ambientaliste e moderate. Quello che conta però è come si comincia l’opera, se con un atto di unità o di divisione. Partire con il piede giusto aiuta tutto il processo e lo rende più chiaro e sicuro, tiene aperte le strade dell’unità e favorisce la mobilitazione e la partecipazione delle elettrici e degli elettori, anche delle elettrici e degli elettori di quelle forze che - per timore o per calcolo – si sottraggono al dovere dell’unità.

Superare le incertezze, assumersi la responsabilità del primo passo

Il centro sinistra in Toscana non si è ancora manifestato come dovrebbe. Il PD, che è la forza principale, è per lo più chiuso nel suo dibattito interno, troppo attento alle dinamiche di componente, troppo timido sulla linea della sua segretaria. Ne è evidente prova il dibattito che ha fin qui caratterizzato la vicenda fiorentina, che invece di diventare subito un punto di riferimento positivo per gli oltre 180 comuni al voto in Toscana (33 dei quali con più di 15.000 abitanti), si è segnalato per l’elevato numero di candidature di partito e per la richiesta di risolvere il confronto-scontro nel PD con primarie da fare domani. Come se il PD di Firenze avesse da solo in mano la vittoria, e come se non ci fosse alcun dovere verso il processo politico che porterà al voto gli altri comuni toscani (tra cui Livorno e Prato) e italiani! Giustamente, nel PD di Firenze si sono levate autorevoli voci che richiamano a una maggiore responsabilità.

Il fatto è che nessun partito in Toscana ha in mano la vittoria. La destra lo sa bene, punta al massimo risultato anche in vista delle regionali del 2025, ed è per questo che ricerca quasi dovunque la sua unità. In discontinuità con il passato, è tempo che anche in Toscana il PD abbandoni ogni posizione di autosufficienza, e con il centro sinistra punti decisamente a costruire dovunque la più ampia alleanza delle forze progressiste, di sinistra, ambientaliste e moderate. 

Puntare su ciò che unisce

Se vuoi l’unità non puoi ottenere tutto. È il primo principio a cui deve ispirarsi chi punta sull’unità. Come dimostra l’unità raggiunta sul salario minimo e l’unità possibile sulla sanità e contro l’autonomia differenziata, si deve puntare tutto su ciò che unisce le forze progressiste, di sinistra, ambientaliste e moderate. Ciò che le unisce è molto più di ciò che le divide. Ed è inaccettabile che sia un aeroporto o la quotazione in borsa di una multiutility a segnare un’alleanza di governo nei comuni. Chi vuole “l’alleanza per l’aeroporto” o “l’alleanza per la quotazione in borsa” in realtà non vuole costruire alcuna unità. 

Ciò che può unire le forze progressiste attraversa gran parte del governo locale: la buona pianificazione e il risparmio di suolo, la tutela delle risorse ambientali, le infrastrutture che servono nel territorio, la scuola, la salute, lo sport per tutti, il turismo sostenibile, l’accoglienza degli immigrati, l’efficienza della pubblica amministrazione, la partecipazione alle scelte fondamentali della comunità, la promozione di relazioni umane solidali e rispettose dei diritti di tutti, e molto altro ancora. Esistono le condizioni perché i programmi delle coalizioni progressiste siano innovativi, avanzati, partecipati.

Il programma non è tutto, ci vogliono candidature a sindaco credibili, autorevoli e popolari

Puoi fare un buon programma, ma per vincere occorre un interprete credibile, autorevole e popolare, per qualità personali e per capacità di rappresentare e mobilitare le forze della coalizione. Non è fondamentale che il candidato o la candidata abbia o non abbia una tessera di partito in tasca; essenziale è il percorso che porta alla sua individuazione, che sia di qualità e percepito come tale, un percorso che dia il senso di che cosa significa mettersi a disposizione di un progetto collettivo. 

Candidate e candidati a sindaco non possono arrivare all’ultimo momento, devono essere parte del progetto che li comprende. E se si ha la fortuna di averne più di uno/a, credibili, autorevoli e popolari, allora può essere utile fare le primarie per allargare al massimo la partecipazione sulla decisione finale. In questo caso, la chiave per il successo della coalizione è che tutti i candidati e tutte le candidate siano “comuni” alla coalizione, siano cioè considerati da tutta la coalizione come propri. Non è invece accettabile che le primarie siano il modo per risolvere i contrasti della coalizione e, peggio ancora, di un singolo partito. 


L’accordo sul metodo

Il centro sinistra deve costruire lo spazio politico comune, la sede idonea a realizzare e ad estendere l’alleanza democratica e progressista. Sarà utile, perciò, raggiungere a ogni livello, regionale e locale, un “accordo sul metodo” tra tutte le forze del centro sinistra – nazionale e regionale – e magari già aperto a chi è disponibile subito al dialogo. L’accordo regionale sul metodo è un documento che impegna tutte le forze sottoscrittrici ad attivare un percorso condiviso in ogni comune che va al voto, un patto per una convenzione democratica che porti alla elaborazione del progetto politico, del programma, del candidato o della candidata a sindaco. È il passo giusto con il quale si può partire bene per raggiungere il miglior risultato in ogni singolo comune, ed è il passo che sopporta esiti diversi in ogni realtà, cioè coalizioni più piccole o più grandi, a seconda delle situazioni locali, ma tutte capaci di vincere. L’accordo sul metodo deve individuare anche le regole – da tutti condivise - per svolgere eventuali primarie di coalizione.


5 ottobre 2023